L’edizione 2025 del rapporto sui rifiuti speciali appena pubblicata (con dati 2023) dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) si concentra sul principale flusso di rifiuti prodotto nel nostro Paese: quello degli speciali appunto, che ricomprendono i rifiuti da lavorazioni industriali e attività commerciali, dall’attività di gestione di altri rifiuti, da attività sanitarie, etc. Rifiuti la cui gestione è affidata al mercato, al contrario dei flussi di rifiuti urbani (29,3 milioni di tonnellate generate nel 2023) sono in capo al servizio pubblico.
Nell’ultimo anno censito, il 2023 appunto, la produzione di rifiuti speciali è cresciuta (+1,9%) a ritmo tre volte più veloce rispetto a quello del Pil (+0,7%) arrivando a quota 164,5 milioni di tonnellate (3 milioni in più rispetto al 2022), di cui 10,2 milioni di rifiuti pericolosi. La frazione più consistente resta quella dei rifiuti da costruzione e demolizione, con 81,4 milioni di tonnellate, mentre una quota pari al 26,9% del totale prodotto (26% nel 2022) è rappresentata dai rifiuti del capitolo 19 dell’Elenco europeo dei rifiuti, ossia dai rifiuti prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue e da quelli di potabilizzazione dell’acqua e della sua preparazione per uso industriale (44,2 milioni di tonnellate), a ulteriore testimonianza che anche l’economia circolare ha in uscita nuovi rifiuti da dover gestire.
A proposito di gestione, Ispra informa che i rifiuti speciali gestiti nel nostro Paese nel 2023 ammontano a 178,9 milioni di tonnellate (+1,3%). Come? Per il 73,1% si parla di recupero di materia, cui si aggiungono messa in riserva (10,4%), altre operazioni di smaltimento (9,9%), smaltimento in discarica (4,4%), coincenerimento (1%), incenerimento (0,6%), deposito preliminare (0,6%). Restano importanti lacune nella capacità di gestione di alcuni flussi di rifiuti, con un export in crescita da 4,8 a 5,5 milioni di tonnellate, il 66,2% delle quali ricade proprio in quei “rifiuti da rifiuti” sopra richiamati.
Anche in Toscana la produzione di rifiuti speciali nel 2023 è aumentata rispetto al 2022, passando da 9,7 a 10,4 milioni di tonnellate, con un incremento di molto superiore alla media nazionale (+7,4% vs +1,9%). Anche in questo caso dominano la scena i rifiuti da costruzione e demolizione (49% del totale), seguiti dai “rifiuti da rifiuti” (34%).
I rifiuti gestiti arrivano a quota 10,5 milioni di tonnellate (+3,9%): il 65,8% va a recupero di materia; lo 0,5% a recupero di energia; il 19,8% ad altre operazioni di smaltimento; il 6,8% in discarica (718mila tonnellate suddivise in 14 siti di smaltimento). In aumento l’export, che passa da 232mila a 285mila tonnellate